Recensione del blogger letterario Federico Calafati
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Un viaggio avventuroso in un mondo senza corrente, verso una città iper tecnologica…
Ho finito il libro, scorre molto piacevolmente senza tanti fronzoli, talvolta anche troppo velocemente, al punto da non riuscire ad assaporare le emozioini e le atmosfere a pieno.
Sicuramente geniale e brillante, peccato non aver potuto sviluppare una storia d’amore classica, potendo sviluppare solo l’amore paterno e non quello di coppia.
Magari potevi sviluppare qualcosa di sentimentale nel rapporto con Angela, che ora è relegata al solo ruolo di amante fredda.
Gli spunti di riflessione non mancano, le analogie coi problemi reali del nostro mondo si colgono frequentemente.
I maestri di conversazione, che disincentivano la riflessione individuale dei cittadini, sono una trovata geniale.
La stessa realtà simulata e preconfezionata di Askyn mi ha intellettualmente intrigato.
Omologazione contro individualità.
La trama è molto varia e complessa, davvero intrigante.
Con la dovuta sceneggiatura ne uscirebbe un bellissimo film.
Mi ha ricordato la serie TV Revolution.
Le due storie sono quasi identiche sotto molti punti di vista.
Entrambe sono incentrate negli Stati Uniti, entrambe su un viaggio d’avventura all’inseguimento di un obiettivo e incredibilmente coincidono anche nel desiderio dei protagonisti di libertà e di ricongiungersi a un famigliare.
In entrambe le storie la gente si ritrova improvvisamente priva di energia elettrica, tutti i dispositivi elettronici smettono di funzionare e persino le pile diventano inutili, il mondo è quindi radicalmente cambiato.
In tale scenario, sia in Revolution che nel libro le persone si ritrovano costrette a lottare quotidianamente per sopravvivere, cercando di sfruttare al meglio le proprie abilità, fisiche o intellettuali che siano, cercando nel frattempo di capire cosa abbia determinato il blackout.
Le differenze con la serie Revolution si trovano soprattutto nella presenza di Cadmea stessa.
In Revolution infatti non esiste una città iper-tecnologica come Cadmea, dove l’elettircità è ancora presente, dove la civiltà urbanizzata continua come prima, anche se isolata dal resto del mondo.
Questo aspetto crea nel romanzo molti risvolti “sociali” legati all’omologazione delle persone, al regime autoritario velato da una parvenza di libertà, all’inganno di vivere una vita che in realtà è completamente diversa, se non opposta, a come potrebbe apparire a un primo sguardo.
Cadmea è un mondo estremo, che induce il lettore a riflettere su come già oggi, nella realtà, nel mondo vero, ci siano molte vicende rilevanti ancora poco chiare (kennedy, 11settembre, ecc…), dove la gente viene continuamente distratta da ciò che veramente è importante, deteriorando progressivamente il benessere dell’umanità stessa ed anche il delicato ecosistema naturale del pianeta che ci ha finora consentito di vivere in armonia con le leggi della natura.
In Cadmea il protagonista addirittura viene indotto a pensare di avere un’altra identità, di non aver vissuto certe esperienze, fino al punto quasi di arrivare a crederci.
Un lavaggio del cervello che, fuori dal romanzo, nel mondo vero, anche i media e i sistemi di informazione tentano di fare, più o meno consapevolmente.
Il libro affascina per l’ambientazione e invita alla riflessione.
beh.. io per natura sono molto meno prolissa. per quanto mi riguarda RudyMentale E’ UN GENIO..cadmea e’ splendido per l’intuizione e il filo cinematografico.
Ho finito di leggere “Cadmea la citta’ nera” da qualche giorno e, devo dire, ho ancora davanti agli occhi tutta la trama della vicenda raccontata nel libro. Il racconto preciso e descrittivo delle vicende vissute dal protagonista ha fatto si’ che io riesca ancora a “vedere” ogni momento della storia . E’ come se ieri avessi visto il film al cinema. E’ come quando guardi un film in bianco e nero , poi però ti sembra di ricordarlo a colori . Ogni pagina letta e’ come se fosse automaticamente vissuta. Molto bello. Da rileggere.
Grazie. Molto bella l’immagine del film visto in bianco e nero e ricordato a colori, e anche la conclusione: da rileggere
E bravo Rudy !!! L’ho letto e avevi ragione; mi è piaciuto molto e davvero fa riflettere sul quanto siano precarie le nostre certezze, e sul come dipendiamo totalmente da tutto quello che il progresso ci ha portato per farci “stare meglio”, tanto che se improvvisamente ne venissimo privati………
Bel libro, divorato in meno di 24 ore… Storia interessante e ricca di particolari, questo libro ha contribuito a rafforzare la mia idea che il modo di sentirci liberi che abbiamo oggi (sopraffatti dalla tecnologia) in realtà ci rende schiavi… RudyMentale, il nome un programma, bisognerebbe ripartire dal tuo pseudonimo… Consiglio a tutti di leggere questo libro “ispirato ad una storia che potrebbe realmente accadere” o che magari sta già accadendo, dipende dai punti di vista…
Daniele
quando ho cominciato a leggere l’E-book non sono riuscito più a staccarmi dal display, il ritmo è incalzante e ci si domanda continuamente cosa accadrà alla pagina successiva.
una narrazione efficace ricca di particolari e suspense mai banale e con un finale che non ti aspetti!
in una storia avvincente in cui tuttavia si sottende alla metaforica (ma neanche troppo metaforica 🙂 ) denuncia di molti problemi sociali che affliggono la società contemporanea, le diseguaglianze sociali la prevaricazione dell’essere umano la perdita dei valori ecc..
d’altro canto, nel dipanarsi del racconto vi sono anche numerosi spunti per una visione positiva dell’essere umano e della sua capacità di essere resiliente nei confronti di un ambiente ostile, ritrovando in molti casi quei valori che sembravano irrimediabilmente perduti.
Leggetelo! 😉
“CADMEA, la città nera” è uno di quei libri, incisivi, che lasciano il segno.
Tratta di un tema forte, forse anche “scomodo”, di cui – volutamente – non si parla mai, ovvero, il nostro essere dipendenti da una tecnologia che, anziché essere volta semplicemente ad agevolare le nostre vite, ne detta i ritmi e le regole, fino a condizionarne i rapporti sociali ed i valori morali.
Ho letto “CADMEA, la città nera” già da alcune settimane, ma mi ritrovo spesso a ripensare ad alcuni episodi riportati nel libro. A volte, è a causa di una notizia letta su un quotidiano o appresa da un notiziario, altre volte è un’azione banalissima, come il premere un interruttore.
Dopo aver letto questo libro ti resta dentro un qualcosa, una sorta di consapevolezza che non puoi più ignorare.
Ciò che è certo, è che non vedrai più il mondo che ti circonda con i medesimi occhi.
Le prime righe mi hanno disorientato: non mi aspettavo un romanzo in prima persona e per di più, Alain, il protagonista, si è fatto odiare da me alla velocità della luce per via della sua superficialità: Effettivamente più scoprivo di Alain e più detestavo il suo modo così cieco ed egoista di affrontare le giornate.
Poi arriva Art Krueder e lì sono impazzito. Sensazionale!! l intervista é in assoluto la parte che mi ha coinvolto di più. Krueder mi ha riportato alla memoria il vecchio filosofo in “il mondo di Sofia” di Jostein Gaarder, che è uno dei miei romanzi preferiti.
Poi la storia si trasforma in un romanzo D’azione, stile Dan Brown e succede di tutto e di più.
Ho continuato la lettura alla ricerca di un epilogo che tardava ad arrivare perchè succedevano milioni di contrattempi ed ogni volta tutto veniva capovolto.
Non sono un appassionato di Actions, ma mi sono goduto l’intero viaggio di Farinelli con gli occhi incollati alle pagine.
In particolare mi ha affascinato cercare di capire quali avvenimento realmente accaduti ( ed occultati) hanno inspirato determinate dinamiche e situazioni della storia. (haarp, massoneria, progetto Monarch per i chip.)
E’ stata una lettura chiara e scorrevole. Come ha già scritto qualcuno, lo stile, favorisce la visualizzazione degli avvenimenti.
Farinelli: un uomo come tanti, ha già raggiunto il successo personale e professionale e deve combattere, come tutti, con le inquietudini della vita quotidiana e i problemi di una famiglia, forse un po’ troppo trascurata. Cosa succede quando un uomo normale si trova suo malgrado sopraffatto da eventi più grandi di lui e allo stesso tempo coinvolto nella sua possibile situazione?
Joseph Campbell, noto studioso di mitologia comparata afferma che i racconti classici siano da sempre una guida utile ad ogni persona per vivere la vita come Eroe. Per farlo occorre prima prestare ascolto alla “chiamata”, abbandonare il nido, risolvere il rapporto col padre (attaccamenti culturali), trovare degli alleati, sostenere delle prove, mettere in discussione se stesso, rinascere.
Cadmea è racconto fantascientifico, o meglio fantapolitico, o meglio fanta-realistico, o meglio ancora fatal-probabilistico. In chiave Campbelliana è però anche un racconto mitologico.
Rudy Mentale riesce molto bene a descrivere l’evoluzione del personaggio di Cadmea senza cadere nel cliché dell’eroe o dell’antieroe. Farinelli è una persona normale e si comporta sempre come tale ma quando sottrarsi alla “chiamata” vuole dire abbandonare ogni valore, non esiste più scelta e il risultato è farsi carico di responsabilità inaspettate. Questo, volente e nolente, porta ad evolvere.
Cadmea si svolge in un contesto catastrofico e Rudy Mentale esprime perfettamente il degrado culturale e sociale che può manifestarsi in breve tempo ad una società privata delle comodità e delle sicurezze del vivere civile che ormai diamo per scontate. Siamo così lontano da queste situazioni?
Nell’attesa della risposta consiglio intanto a tutti “Cadmea la Città Nera”: un romanzo che si legge tutto d’un fiato!
Ciao Rudy!…..Ti ringrazio di avermi dato la possibilità di leggere la prima parte del libro, nella versione breve. Mi è sembrato subito un tema appassionante, e sono stata consapevole che ci capiamo, insomma siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Credo lo leggero’ tutto, prima o poi, non sono una gran divoratrice di libri e i miei tempi sono abbastanza lenti…..Che tu ti definisca il “cronista dell’ ipotetico” mi piace molto, perchè in effetti la prima parte del libro scorre in alcuni momenti come la cronaca di una partita di calcio, cosa che inizialmente mi aveva irritato. Ho sentito, durante la tua intervista, che in seguito il ritmo della narrazione cambia e sembra che ci sia una flessione spazio-temporale. Un motivo in piu’ per mettere il “leggerlo tutto” fra le mie cose da fare nei prossimi anni (scusa, ma come ti dicevo, sono una persona che respira insieme al cosmo e non riesco a forzare nessun tipo di evento). Certo che anche io lo consiglio. Sono molto curiosa di sapere come andrà a finire!
Può un modesto giornalista di gossip diventare protagonista di una storia fantastica che lo vede dover fronteggiare situazioni inimmaginabili, inconcepibili, assurde al di là di ogni aspettativa da parte di qualsiasi membro del genere umano? Ebbene sì, se la narrazione scaturisce dalla mente illuminata, dalla fantasia eccezionale, dalla penna magica di uno Scrittore a dir poco straordinario! E la storia si dirama – pur nella sua complessità – in una maniera così fluida, scorrevole, piacevole, entusiasmante da appassionare il lettore fino al punto quasi di volersi immedesimare nella parte sostituendosi al protagonista stesso. E questo è stato il merito dell’Autore: non perdere mai il filo del racconto che, dopo tutta una sequenza di vicissitudini, sembra quasi ritornare alla parte introduttiva dove una semplice intervista sembra quasi presagire tutto quello che poi sarebbe successo (l’irreale divenuto realtà).
Non posso ancora esprimere un parere su “Melody e il mondo di Armonia” che spero di procurarmi presto. Di recente ho letto”Cadmea la città nera” e,cosa che capita di rado, finita l’ultima pagina sono ripartito dalla prima tanto mi è piaciuto.Trovo il modo di scrivere di Rudy Mentale molto coinvolgente ed efficace, complimenti.